Il Serruchón
“Il Serruchón, da cui prende il nome l’arrondimiento come del più cospicuo de’ suoi rilievi, è una lunga erta montana tutta triangoli e punte, quasi la groppa-minaccia del dinosauro: di levatura pressoché orizzontale salvo il giù e su feroce di quelle cuspidi e relative bocchette, portelli del vento. Parete altissima e grigia incombe improvvisa sull’idillio, con cupi strapiombi: e canaloni, fra le torri, dove si rintanano fredde ombre nell’alba, e vi persistono, coi loro geli, per tutto il primo giro del mattino. Dietro nere cime il sole improvvisamente risfolgora: i suoi raggi si frangono sulla scheggiatura del crinale e se ne diffondono al di qua, verso il Prado, scesi a dorare le brume della terra, di cui emergono colline, tra i vasti laghi. Qualcosa di simile, per il nome e più per l’aspetto, al manzoniano Resegone.”
Carlo Emilio Gadda “La cognizione del dolore” Einaudi