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Milano in vetta

Bellezza e lentezza

Noi montanari non siamo capaci di dipingere le nostre montagne con i colori delle relazioni giornalistiche. Ce le guardiamo in silenzio, da innamorati, magari rosicchiando piano piano un pezzo di formaggio. Ma la sella del Ghiacciaio superiore è qualcosa di tanto paurosamente bello che ogni volta che vi passo, e mi fermo a riprendere fiato, vorrei che quel povero pezzo di formaggio durasse in eterno.

 

Giovanna Zangrandi (da “Lo specchio verde” di Anna Lina Molteni-2023) con riferimento alla sella di Pradonego, da Pieve di Cadore

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Elsa Stella ci rimaneva male quando sentiva i milanesi chiamare Montagnetta quel rilievo che il marito, l’architetto Piero Bottoni, le aveva dedicato chiamandolo Monte Stella.

Ma i milanesi, si sa, sono piuttosto pragmatici, realisti, e il nome di Monte non lo consideravano adatto a quei 50 risicati metri di altezza. E il poetico nome di Stella non si adattava proprio al particolare materiale da cui nasceva il rilievo: le macerie degli edifici abbattuti a Milano dai bombardamenti angloamericani durante la seconda guerra mondiale.